COME GESTIRE UN'ATTIVITA' DI RISTORAZIONE TAKE AWAY


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Dopo alcune riflessioni sullo sviluppo e la crescita delle attività da asporto ho deciso di scrivere una serie di brevi articoli che possano orientare chi di voi è interessato ad operare nel settore della ristorazione take away.

Nel primo articolo ho deciso di condividere con voi le riflessioni che ho fatto sull'argomento e le conclusioni a cui sono arrivata.

CAMBIO DEGLI STILI DI VITA E RISTORAZIONE

Negli ultimi decenni le modalità e i luoghi di consumo dei pasti principali degli italiani hanno subìto diversi cambiamenti. L’affermarsi di un nuovo stile di vita, caratterizzato da una continua corsa contro il tempo, ha inciso in maniera decisiva sull’abitudine, tipicamente italiana, di occuparsi con cura della preparazione dei pasti, sia a pranzo che a cena. Con i ritmi odierni è a dir poco improbabile riuscire a mantenere la tradizione di preparare in casa dei pasti completi, composti da primo, secondo, contorno e frutta.
Questa è però una tendenza che si registra già da diversi anni, guardando però con occhio più attento la situazione che ci circonda possiamo dire che le attitudini dei consumatori di cibi take away si stanno evolvendo. Indiscutibile è la passione per i cibi appetitosi ed elaborati, ma spesso considerati un po' troppo pesanti per un pasto di tutti i giorni (è inimmaginabile pensare di poter cenare tutti i giorni a cotolette, lasagne o pizza). Nell'ultimo periodo, forse proprio perché le nostre vite sono sempre più veloci se non addirittura nevrotiche, il cibo da asporto non è più quello sfizio che ci si concede una tantum, ma sta diventando sempre di più un'abitudine. E' in quest'ottica che probabilmente potrebbero iniziare a ragionare i gestori di un'attività di ristorazione take away: il cibo da asporto sta entrando sempre più nella quotidianità degli italiani e gli italiani nella loro quotidianità non vogliono solo cibi appetitosi ma anche cibi sani e di qualità.
Quindi ridurre l'utilizzo di oli e grassi ed aumentare la presenza di verdure, ripensare le ricette della tradizione in chiave light, per celiaci o adatte ad altre intolleranze, introdurre menù vegani e vegetariani, insomma differenziare l'offerta in chiave salutista!

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